L'associazione tra vaccini e autismo è stata oggetto di dibattito per molti anni. Questa controversia ha avuto un impatto significativo sulla salute pubblica, con una comprensibile e crescente preoccupazione tra i genitori, riguardo alla sicurezza dei vaccini ed una diminuzione delle coperture vaccinali. Ciononostante, una vasta mole di evidenze scientifiche ha ormai chiaramente respinto l'idea che i vaccini siano collegati all'autismo.

Una vasta mole di evidenze scientifiche ha ormai chiaramente respinto l'idea che i vaccini siano collegati all'autismo.

Il Rapporto di Wakefield e la Controversia Iniziale

La controversia relativa alla correlazione tra autismo e vaccini ha avuto origine nel 1998, quando l'ex medico britannico Andrew Wakefield pubblicò uno studio nella rivista The Lancet. Il suo studio suggeriva una possibile connessione tra il vaccino contro il morbillo, la parotite e la rosolia (MPR) e l'autismo. Tuttavia, il lavoro era basato su dati limitati e soggetti a gravi conflitti di interesse. Nel corso degli anni, ricerche accurate e svolte da scienziati indipendenti in tutto il mondo hanno rivelato che lo studio di Wakefield era scientificamente insostenibile ed esso fu ritirato dalla pubblicazione nel 2010.

In italia è soprattutto Stefano Montinari a portare avanti la falsa credenza della correlazione tra autismo e vaccini, con largo seguito da parte di genitori comprensibilmente preoccupati, che a causa dei suoi interventi dubitano nel sottoporre i figli alla profilassi prevista. La ricerca scientifica in materia è accurata e mostra in modo inconfutabile che quella che sembra una relazione causa-effetto, è invece un fenomeno dovuto alla contemporaneità degli eventi: i sintomi dell’autismo, infatti, diventano evidenti nei bambini più o meno nel periodo in cui viene somministrato il vaccino trivalente morbillo/parotite/rosolia. In alcuni casi i disturbi dello Spettro causano ai bambini una perdita di competenze sociali e comunicative precedentemente apprese. Anche questa involuzione tende a manifestarsi nel periodo in cui viene somministrato il vaccino trivalente, dando l’impressione che la causa sia da ricercarsi nella somministrazione del farmaco.


Le Evidenze Scientifiche Contrarie

A differenza di quanto affermano Wakefiel, Montinari e altri, le numerose ricerche condotte hanno esaminato accuratamente l'eventuale collegamento tra i vaccini e l'autismo, ma nessuna di esse ha confermato una connessione. Un ampio studio pubblicato nel 2002 sulla rivista Pediatrics, (Neurologic Disorders after Measles-Mumps-Rubella Vaccination. Makela A et al. Pediatrics 2002), ad esempio, ha coinvolto più di 500.000 bambini e ha concluso che non c'era alcuna associazione tra il vaccino MPR e l’autismo.

Anche la ricerca pubblicata nel marzo 2013 sul Journal of Pediatrics (Increasing Exposure to Antibody-Stimulating Proteins and Polysaccharides in Vaccines Is Not Associated with Risk of Autism) conferma tale conclusione, in linea con le altre numerose evidenze scientifiche disponibili in materia (fonte: Istituto Superiore di Sanità, EpiCentro).


Un ulteriore importante studio, pubblicato nel 2019 su Annals of Internal Medicine, (Measles, Mumps, Rubella Vaccination and Autism: A Nationwide Cohort Study)“ ha esaminato i dati di oltre 650.000 bambini e non ha trovato alcuna evidenza che i vaccini, compresi quelli contenenti il conservante mercurio-etilico (etilmercurio), fossero associati all’autismo.


Le Recenti Ricerche Genomiche

Altre ricerche, poi, hanno esaminato le basi genetiche dell'autismo, cercando eventuali mutazioni o varianti genetiche che potrebbero predisporre un individuo allo sviluppo dell'autismo. Queste ricerche hanno confermato che l'autismo ha una base genetica complessa ed ereditaria, ma non c'è alcuna connessione con i vaccini.

Un importante studio genomico pubblicato sulla rivista Nature nel 2019 ha identificato molte varianti genetiche associate all'autismo, sottolineando la complessità della condizione e la sua origine genetica. Nessuna di queste varianti era collegata ai vaccini.

Le principali organizzazioni sanitarie e scientifiche, tra cui l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) e l'American Academy of Pediatrics, hanno sostenuto in modo unanime che i vaccini non causano l'autismo.

La Posizione delle Organizzazioni Sanitarie

Le principali organizzazioni sanitarie e scientifiche, tra cui l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) e l'American Academy of Pediatrics, hanno sostenuto in modo unanime che i vaccini non causano l'autismo. Queste organizzazioni si basano su evidenze scientifiche ampie ed attendibili, nonché sulla vasta esperienza nella somministrazione dei vaccini in tutto il mondo.


Conclusioni

Prove scientifiche abbondanti ed affidabili dimostrano chiaramente che non c'è alcuna connessione tra i vaccini e l'autismo. La controversia iniziale basata su uno studio ora ritirato ha generato una diffusa paura tra i genitori, ma negli anni successivi, ricerche ampie e ben condotte hanno smentito questa associazione.

La vaccinazione rimane uno dei modi più efficaci per prevenire le malattie infettive, proteggendo sia l'individuo sia la comunità.

È fondamentale che la scienza guidi le decisioni sulla salute pubblica, e basandosi sulle prove disponibili, è chiaro che i vaccini sono sicuri nonché essenziali per la salute ed il benessere della popolazione. La riduzione delle preoccupazioni relative alla correlazione tra autismo e vaccini è cruciale per garantire una copertura vaccinale adeguata e proteggere la salute pubblica.

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